venerdì 30 maggio 2014

STICCON 2014 - Giorno 2

La risposta è nì. Domirò, ma poco e male, risvegliandomi di continuo e riuscendo a inanellare una serie di sogni assurdi. L'unico che ricordo al risveglio riguarda me che rispondo a un cornetto all'albicocca che squilla per ritrovarmi dall'altra parte una signora che ha sbagliato numero e cerca aiuto per un problema di DNS.
Alle 7 è ormai chiaro che la mia nottata è finita. Accendo la TV e vago tra i canali senza trovare nulla che valga la pena guardare. Dopo qualche tempo mi lavo, indosso la polo della Nautilus (no, non solo quella) e scendo a fare colazione, scoprendo che la servono all'hotel Piccadilly, proprio accanto al mio.
Nel consueto assortimento del buffet trovo una torta davvero niente male che si beve quasi tutto il mio cappuccino, il che è un bene perché ho dimenticato di zuccherarlo e in effetti solo la torta lo rende tollerabile.
Il problema verrà comunque risolto dall'inevitabile seconda colazione al bar della convention, dove approderò poco dopo una rilassante passeggiata per le ariose vie di Bellaria.
La mattinata trascorre rapida e tranquilla, e la passo quasi tutta in Sala Giochi, anche se non ho niente di particolare da fare, chiacchierando con vecchie e nuove conoscenze e scoprendo che Neverwinter è parecchio cambiato dall'ultima volta che ci sono entrato, ma non saprei dire se in meglio o in peggio. Ho anche modo di "arbitrare" una conversazione a proposito del nome di un personaggio di Song of Ice and Fire, più che altro perché nel marsupio ho il palmare con dentro l'intero ciclo, e ci metto un attimo a verificare come si chiami effettivamente il tizio in questione.
In realtà io sto fondamentalmente aspettando l'ora di pranzo, perché a breve dovrebbe arrivare Pierpaolo, che quest'anno ha infine deciso di venire alla STICCON, e siamo rimasti d'accordo che ci vedremo fuori e andremo a mangiare qualcosa.
Mi trattengo in convention giusto il tempo di aspettare che torni Angelo per avvisarlo che Federica è già su in sala ristorante a preparare il tavolo per il pranzo di comitato e, soprattutto, a tenere d'occhio la sala visto che la chiave per chiuderla ce l'ha lui. Fatto questo, mi avvio con calma all'hotel, fermandomi lungo la strada a prendere un gelato, visto che tanto non pranzerò ancora per un po'. Mi allungo anche a guardare gli orari dei locali, perché Marcello mi ha allertato dicendomi che alcuni chiudono alle 14, e che potremmo doverci accontentare di un bar (che non sarebbe comunque un gran dramma). Scopro con disappunto che lo Sporting, il mio obiettivo principale, è chiuso. Non per via dell'orario, è proprio chiuso e non aprirà prima di venerdì sera.
Arrivato all'hotel, trovo in reception Matteo e Camilla... e basta. Sono appena arrivati e dovrebbero registrarsi, peccato che non ci sia anima viva. Tengo loro compagnia per un po', finché Matteo non si decide a tentare il tutto per tutto e telefonare all'albergo (il che suona un po' curioso, standoci dentro e di fronte al telefono in questione), e io mi decido a prendere la mia chiave e tornare su in camera a rinfrescarmi un po' e sbirciare la TV (che, chiaramente, non trasmette nulla di interessante) in attesa di notizie.
Si scopre poi che Pierpaolo aveva fatto un po' confusione di orari e arriverà prima del previsto. Quando penso sia ormai ora, gli mando un messaggio dicendogli di avvisarmi quando sta per raggiungere l'albergo, in modo che io possa scendere ad incontrarlo (anche perché la chiave ce l'ho io, e visti i trascorsi non so quanto aspettarmi che in reception possa esserci qualcuno...). Poco dopo, il messaggio arriva e scendo, cercandolo ovunque tranne che nella direzione giusta... ^__^;
Per fortuna di direzioni non ce ne sono poi tante. Un saluto veloce a Marcello e andiamo su, dove illustro a Pierpaolo la situazione mentre si sistema in stanza.
Optiamo per andare a mangiare qualcosa al Texas, che è ancora aperto. Tortellini pasticciati (e ustionanti) per me, caprese per lui. Non male, ma devo dire che allo Sporting li fanno meglio.
Non passa molto tempo che siamo diretti al centro congressi per riprendere la convention.
L'evento della serata è la Cena con Delitto, e Pierpaolo vuole partecipare, perciò, una volta arrivato in reception e preso il badge (che viene reperito in un lampo, altro che il mio...!) acquista anche la cena a parte, avendo solo l'ingresso base per la giornata. Questa cosa dell'ingresso base sarà poi parte di un notevole pasticcio che si risolverà solo il giorno dopo, dato che tecnicamente non include il pranzo del sabato (ma entrambi eravamo convinti del contrario), ma tutta la differenza tra ingresso base+albergo+cena e pacchetto completo (che effettivamente include il pranzo del sabato) è di due miseri euro...
Comunque sia, per prima cosa facciamo tappa in sala giochi, così da avvisare che sono al centro e presentare Pierpaolo alla banda, intanto arricchitasi di Matteo e Camilla (anche se lei quest'anno si è spostata al Baby Club).
Ne approfitto anche per iscrivere Pierpaolo alla cena con delitto ed entrambi alla Kobayashy Maru, che lui vuole provare e io non ho mai fatto in vita mia... quest'anno però c'è il limite orario e, nonostante una concessione extra, dovremo lasciare il centro entro le 3 di notte, il che la rende accettabile. La realtà è che non avrebbe fatto molta differenza finire alle sette di mattina, ma questo non posso ancora saperlo. Faccio anche un excursus dei giochi di comitato disponibili, a parte quelli del pranzo di domenica perché lui ripartirà prima.
Concluse le iscrizioni, faccio da chaperon per un giro della convention, mostrando a mio cugino i vari ambienti e spiegandogli un po' come funziona il tutto.
A metà pomeriggio, in sala giochi c'è l'Anno Domini Fantasy a squadre: Harry Potter e il Signore degli Anelli, e decidiamo di partecipare. Inizialmente formiamo tre squadre da due persone (io e Pierpaolo, Federica e Sara, Matteo e Davide, nuovo frequentatore della STICCON), ma Matteo dovrà andar via prima della fine della partita per una conferenza a cui non può mancare, così decidiamo di adattarci a due squadre da tre: io vado in quella di Matteo, Pierpaolo nell'altra. Il gioco va avanti a ritmo serrato, ma alla fine la situazione è chiara e, nonostante la mia squadra resti con un uomo in meno, vinciamo senza mezze misure.
Poco prima di cena ricevo le informazioni (dettagliate, quest'anno) sulla cena con delitto, e inauguro Alienàti in una partita a quattro, anche se il finale è un po' affrettato visto che è deciamente ora di chiudere per la pausa.
Il principale delitto dell'omonima cena, è che quest'anno mangiare è davvero un'impresa. Il primo (curiosi fusilli alla carbonara), in effetti, riusciamo a finirlo prima che inizino gli interrogatori (io molto prima, visto che per un po' io e Camilla veniamo totalmente ignorati e ce ne restiamo in pace al tavolo mentre gli altri sospettati girano per la sala). Il secondo (pollo arrosto), però, è un'altra storia, visto che il nostro tavolo non viene proprio preso in considerazione. Io riesco alla fine a intercettarne una porzione a un altro tavolo, ma riesco a mangiarne solo metà: quando torno a posto dopo un interrogatorio scopro che la restante se la sono portata via. Fortuna che il buffet era ben fornito, anche di carne rimasta dal pranzo, e quindi non posso dire di essere rimasto a digiuno. Sul dolce, peraltro, nessun problema.
Quest'anno lo scenario è meno complesso di quello dell'anno scorso, e in effetti alla fine della serata solo uno dei sette tavoli sbaglia del tutto la soluzione, mentre tutti gli altri inchiodano l'assassina (Federica) e capiscono il movente (la gelosia), anche se solo un tavolo mette giù la soluzione quasi in ogni minimo dettaglio, e per questo si aggiudica il primo posto incondizionato.
Non è il tavolo a cui sedeva la vittima, intenta a indagare sul suo stesso omicidio. ^__^;
In realtà, a rubare un po' la scena alla premiazione c'è qualcos'altro... Un attimo dopo aver svelato la soluzione e aver proclamato la colpevole, Angelo mi molla l'attestato destinato ai vincitori, afferra una scatolina ben occultata su uno dei divanetti del baby club, si lancia a terra su un ginocchio (riuscendo, non è ben chiaro come, a farsi male all'altro) e fa la sua proposta di matrimonio a Federica "prima che la polizia venga a portarsela".
Giunge voce che la risposta abbia incluso "lo sai che adesso dovremo invitarli tutti?" e "ti odio", ma probabilmente anche un "sì".
Dal canto mio, mi ritrovo ad assistere a tutta la scena da dietro, impossibilitato anche ad applaudire come si deve visto che qualcuno mi ha scaricato un foglio in mano, ma mi arrangio come posso. :-P
Prima della Kobayashy, io e Pierpaolo decidiamo di andare a fare una passeggiata per le vie di Bellaria, sempre gradevole e accogliente. Sulla via del ritorno ci fermiamo a bere qualcosa (no, non superalcolici, un'acqua tonica e un tè freddo :-P) al bar di fronte al centro congressi, e restiamo lì a goderci il fresco finché non giunge l'ora di rientrare. Passo dal bar interno ma solo per prendere una bottiglietta d'acqua, al posto del solito cappuccino serale.
Per la prova sono presenti quattro squadre, poi tre, poi di nuovo quattro. Noi siamo tra le riserve, che alla fine dei conti formano una squadra a sé stante, e, nonostante le prove tutt'altro che facili, alla fine dei giochi ci piazziamo in seconda posizione (e tutto per colpa di uno stupido bullone, che ci avrebbe permesso di essere a pari punti coi primi se non si fosse ostinato a cadere).
Il sentimento più diffuso durante le prove è il desiderio di uccidere Angelo per le frasi assurde che di volta in volta dobbiamo sussurrarci all'orecchio, mimare o rappresentare simulando dei gruppi scultorei. Qualcuno azzarda che sarebbe peccato rendere vedova Federica così presto, ma io ci tengo a sottolineare che in effetti il matrimonio deve ancora essere celebrato, per cui il problema non si pone. :-P
Anche se tocca ridurre di due il numero delle prove a causa dei tempi ristretti, la gara è serrata e divertente.
Durante l'ultima prova, peraltro, poggio quel che resta della mia acqua su una sedia, e poi ne dimentico l'esistenza... :-|
Alla fine lasciamo il centro poco dopo le tre, ma tra chiacchiere e altro, inclusa un'infruttuosa sortita al forno che non ha bomboloni a sufficienza per tutti, arriviamo in albergo alle quattro passate.
Il tempo di darsi una rinfrescata e si va a dormire.
Un momento, ho detto dormire?
L'intenzione, in effetti, ci sarebbe, ma in realtà il sonno semplicemente non ne vuol sapere di arrivare, e dopotutto le 4 sono l'ora a cui di solito mi sveglio volente o nolente. Alle 7, poi, come al solito, ogni speranza di addormentarsi svanisce del tutto. Tanto vale prepararsi per il giorno 3.

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