domenica 11 ottobre 2009

Yeti

Torno dopo un po' di tempo a parlare di schif... ehm... di film, e nello specifico di una pellicola intitolata, come si sarà capito, Yeti.
Devo ammettere che ho visto film realizzati molto peggio, e questo è un punto a favore del film in questione. L'unico, all'incirca.
Il film inizia con un antefatto ambientato nel passato e con l'unico scopo di farci sapere dell'esistenza di uno yeti, casomai il titolo non fosse stato un indizio sufficiente. Diviene chiaro che lo yeti è l'unico primate umanoide esistente ad avere tre dita per mano. Pensandoci, deve essere il figlio segreto della Bestia e di Nightcrawler degli X-Men...
Subito dopo si passa al presente, dove una squadra di football americana sta andando in Giappone per giocare una partita, sorvolando l'Hymalaya, quando ha un incidente e si schianta sulle montagne.
Esattamente per quale ragione qualcuno voglia andare in Giappone dall'America facendo il giro dal lato opposto del mondo resterà un mistero...
Comunque sia, i nostri si schiantano e un gruppetto sopravvive e inizia a litigare sul da farsi. Due di loro vengono mandati a cercare la radio di riserva, dispersa assieme alla coda dell'aereo. La rintracciano, ma trovano anche lo yeti, che se ne mangia uno lì sul posto.
L'altro riesce a sfuggire nascondendosi in una caverna, dalla quale decide poi di uscire nel modo più difficile: scalando una parete. Per farlo gli sembra ovvio legarsi la radio a un polpaccio, evidentemente perché ci tiene che possa accumulare il maggior numero di danni possibili. In effetti dopo venti secondi è tutta graffiata e ammaccata, ma non ha importanza perché:

  1. comunque non funzionava
  2. deve avere il fattore rigenerante di Wolverine, perché quando infine arriverà a destinazione sarà integra, lucida e pulita

Nel frattempo, l'altro gruppo (a cui lo yeti sta educatamente portando via i cadaveri disposti sulla neve) litiga un po' su qualunque cosa. Alla fine un paio di loro decidono di andare a caccia di scoiattoli, catturano una lepre e arrostiscono un pollo (immagino che il pollo si fosse travestito da lepre per non farsi scambiare per uno scoiattolo).
Ovviamente la cosa non li sazia, per cui, disperati, decidono di ricorrere al gesto estremo e mangiare i cadaveri. In qualche modo riescono a ricavarne una manciata di cubetti di carne che sembrano delle Big Babol giusto un po' più grosse (come forma, aspetto e colore, vale a dire).
Dopo un po' di tempo (un'ora dall'inizio del film) finalmente lo yeti decide di passare all'azione. Arriva sul posto saltando come un Hulk dei poveri e, mentre il gruppo cerca nelle maniere più assurde di contrastarlo, ammazza un po' di gente a caso senza una vera ragione ma, arrivato alla protagonista, decide invece di rapirla (si vede che avrà anche altre esigenze oltre a mangiare...)
Proprio mentre lo yeti se ne va arriva la squadra di soccorso, in marcia da tre giorni dal punto più vicino in cui potesse atterrare l'elicottero (che però a ritroso si raggiunge in tre ore...). Il "capo" del gruppo però si rifiuta di andare con loro senza prima aver recuperato la ragazza, per cui il soccorritore afferma con grande logica "Il nostro compito è portarvi al sicuro, quindi andiamo a cercare lo yeti".
Mentre la ragazza si risveglia abbracciata a uno yeti addormentato (scoprendo che ce ne sono due), il gruppo mette in atto il grande piano anti-yeti: scavare una buca e piantare dei picchetti sul fondo.
È un piano che in effetti avrebbe senso (almeno se ci si dimentica il fatto che lo yeti va in giro saltando come un grillo) se la buca fosse appena un po' più profonda di una ventina di centimetri... tuttavia, dopo che i nostri sono entrati nella caverna e hanno recuperato la ragazza minacciando gli yeti con delle pistole(!), il piano riesce e gli yeti si schiantano e infilzano allegramente, venendo poi seppelliti da una valanga.
Il gruppo riparte verso il rifugio. Inutile a dire che uno yeti è ancora vivo e li insegue, dando luogo a una scena di lotta a dir poco comica che finisce con il capogruppo appeso per una mano sopra un dirupo e lo yeti appeso alla sua caviglia.
Nasce qui il secondo, e ancor più efficace, piano anti-yeti... i ragazzi materializzano dal nulla una catena (che non avevano, né avevano ragione di avere, fino a un secondo prima), la legano a una lancia improvvisata (che se non altro già avevano), arpionano lo yeti, quindi legano l'altra estremità della catena a un masso e lo buttano giù dalla rupe!
Il piano funziona perché lo yeti è tanto gentile da lasciar andare il ragazzo prima di precipitare verso morte certa e tutti sono felici e contenti.
Tutti tranne un poveretto dato per morto e lasciato all'aereo che si riprende e vede la zampina dell'altro yeti spuntare da sotto la neve (nonostante fosse stato sepolto vicino alla caverna che distava almeno cinque miglia da lì...)

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